l'Arte del lasciar andare

Pubblicato il 23 novembre 2025 alle ore 19:20

 

 

Ci sono presenze che entrano nella nostra vita come vento caldo: improvvise, leggere, quasi sacre.
E ci sono presenze che se ne vanno come foglie d’autunno: senza rumore, senza spiegazioni, senza voltarsi.
E noi restiamo lì, nel mezzo, a osservare il movimento invisibile di ciò che arriva e di ciò che parte, come se il nostro cuore fosse una stagione che non smette mai di cambiare.

Restiamo con domande che non trovano casa, con emozioni che cercano un posto dove appoggiarsi.
Con quella sensazione fragile che tutto possa mutare da un momento all’altro.
Perché può.
E succede.

Lasciar andare non è un gesto semplice.
È un rito lento, quasi sacro.
È il momento in cui riconosci che non puoi trattenere ciò che non è tuo, che le persone che hai amato o sfiorato non sono proprietà ma passaggi.
E ogni passaggio, anche quello che fa male, scolpisce dentro di te una forma nuova.

A volte qualcuno prende un po’ della tua luce senza neanche accorgersene.
Altre volte lascia ombre che non avevi chiesto.
Ma ogni incontro ci insegna qualcosa.

il grande Maestro del lasciar andare è l’autunno.
Gli alberi non fanno resistenza, non stringono ciò che deve cadere.
Non piangono quando le foglie si staccano.
Non gridano, non trattengono, non implorano.
Lasciano andare.
Con grazia.
Con dignità.
Con fiducia.

L’autunno ci insegna che la bellezza non è solo nel fiorire, ma anche nel perdere.
Che c’è poesia nei rami che si spogliano, perché stanno preparando spazio alla nuova vita che verrà.
Che il lasciar andare non è la fine, ma un ritorno all’essenziale.

E allora forse anche noi possiamo imparare a cadere come foglie leggere.
A lasciare scivolare ciò che non ci serve più.
A liberarci delle presenze che pesano, delle paure che stringono, dei ricordi che non ci fanno respirare.

Lasciar andare significa accettare che non tutto ciò che perdi è una perdita.
Che ci sono addii che ti salvano.
Che la vita non si blocca su chi se ne va: scorre.
Sempre.
E tu con lei.

Forse l’amore più grande è proprio questo:
non trattenere ciò che vuole partire,
e non chiudere il cuore a ciò che vuole arrivare.

 

 

 

 


Tarocco del giorno – “Il Respiro del Puma”

 

 

Il Puma è da sempre simbolo di forza silenziosa e autonomia profonda.
Nelle culture native delle Americhe rappresenta il coraggio, la leadership interiore e la capacità di camminare da soli senza sentirsi soli.
Per gli Inca era un animale sacro, emblema di potere terreno, lucidità e determinazione.
Nella simbologia moderna il Puma parla di confini, intuizione, presenza e dignità: insegna a non rincorrere ciò che si allontana e a proteggere la propria energia.

È l’animale che invita a muoversi con grazia anche quando si lascia andare qualcosa o qualcuno.
Il Puma non trattiene: osserva, comprende, decide, e poi prosegue.
La sua lezione è semplice e profonda:
la vera forza non fa rumore, e il vero coraggio spesso è nel lasciar andare.

 

Messaggio della carta:
Oggi hai il permesso di lasciare andare ciò che ti pesa.
Lascia cadere le aspettative che non ti appartengono più.
Lascia scivolare via ciò che non ti vede, ciò che non ti nutre, ciò che non ti accompagna.

Rimani dove il tuo cuore si sente intero.
Rimani dove la tua luce non viene spenta.
Rimani dove puoi respirare.

Parola chiave:
Rivelazione.

 

 



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