
ASHARA-IL TAROCCO DELLA FENICE
La Fenice non è solo fuoco.
È la cenere che sa ancora brillare. È l’attimo dopo il crollo, quello in cui ti guardi dentro e, senza capire come, ti trovi viva. Ancora.
La Fenice è simbolo di morte e rinascita, certo.
Ma non quella spettacolare delle leggende.
La sua è una trasformazione lenta, a volte silenziosa, fatta di piccoli gesti e grandi dolori.
È un addio sussurrato. Una pelle che non ti appartiene più. Un desiderio che credevi spento e invece aspetta lì, sotto le braci.
Il mito e il fuoco interiore
Nel mito, la Fenice si lascia consumare dalle fiamme per rinascere.
Lo fa da sola. Non aspetta che qualcuno la salvi.
Brucia, ma lo fa con consapevolezza. Perché sa che l’unico modo per essere nuova è lasciar morire il vecchio.
E allora viene da chiedersi:
Cosa in me sta bruciando, anche se faccio finta di niente?
Cosa sto proteggendo, anche se non mi serve più?
La Fenice insegna che il fuoco non è sempre distruzione.
A volte è liberazione.
A volte serve una fine, per poter dire un vero sì a qualcosa di più autentico.
La rinascita non fa rumore
La Fenice non esplode. Non urla.
Rinasce piano.
In silenzio.
Proprio come certi cambiamenti interiori che nessuno vede, ma che cambiano tutto.
Come quando scegli finalmente di smettere di accontentarti.
O di credere a chi sei, anche se tremi.
La Fenice è dentro ognuno di noi.
È quel punto preciso in cui smetti di sopravvivere e inizi, davvero, a vivere.
Versione rovesciata o ombra
In ombra, la Fenice può indicare: paura del cambiamento, attaccamento al dolore, identità costruite sulla sofferenza.
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Può suggerire anche un “falso fuoco”: bruciare per distruggersi, non per rinascere.
Per chi sente questa carta
Se leggendo ti sei sentita vista, toccata, capita — questa carta è tua.
Non hai bisogno di fare nulla. Solo non voltarti dall’altra parte.
Rimani con ciò che brucia. Sta insegnandoti qualcosa.
E quando il fuoco sarà passato, guardati bene: sei diversa.
Più nuda, sì. Ma più vera.
Piccolo gesto o pratica da fare quando si lavora con la carta:
Scrivi su un foglio ciò che vuoi lasciare andare. Piegalo tre volte. Passalo sopra una candela accesa (con cura) e poi brucialo. Soffia lentamente sulla cenere. Resta in ascolto.
Oppure:
Tieni un oggetto che rappresenta una versione passata di te. Poi, se senti che è il momento, lascialo andare in un luogo simbolico: la terra, l’acqua, o semplicemente un cassetto che non apri più.
Non tutto ciò che finisce è una perdita.
A volte è la pelle che cade, per far spazio alle ali.
Brucia ciò che non sei.
Rinasci in ciò che non temi più.
Che il tuo weekend sia una soglia.
E che tu abbia il coraggio di attraversarla.
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