I DUE CIGNI

Pubblicato il 29 giugno 2025 alle ore 12:48

I DUE CIGNI E LA POTENZA DELLA DELLA PAROLA

-il tarocco del weekend-

 

 

Venerdì scorso, ho tenuto un'altra puntata de "In Viaggio con la Tribù" nella mia pagina instagram ÂMES D'ARGILE.

Fiore, mio fratello lupo, mi ha suggerito uno spunto importante: l'importanza delle parole. Insieme a Laura abbiamo riflettuto sulla potenza delle parole: strumenti davvero potenti, capaci di unire o dividere, curare o ferire, avvicinare o allontanare ma soprattutto in grado di trasformare.

Ma sapete qual è la vera magia delle parole? esse sono in grado di guarire. 

Già, guarire.

Quante volte abbiamo dato per scontato la potenza delle parole? eppure essere sono energia, vibrazioni, intenzione, magia.

Una sola parola detta può trasformare la giornata o addirittura la vita di una persona, sia in modo positivo sia in modo negativo.

Dovremmo pensare alle parole come dei semi: cosa vogliamo piantare dentro gli altri e dentro di noi? che cosa vogliamo coltivare dentro di noi?.

 

IL CIGNO BIANCO

In un tempo in cui il linguaggio viene spesso consumato, abusato o svuotato del suo significato, è urgente recuperare la sacralità della comunicazione, del pronunciare con intenzione.

È in questo contesto che ho sentito emergere con forza un’antica immagine archetipica: Il Cigno.

 Il cigno è simbolo di comunicazione profonda e gentile, della bellezza interiore e della trasformazione attraverso la parola.

Non è un animale che "parla" nel senso stretto: non canta come altri uccelli… ma comunica con il movimento, con la presenza, con la vibrazione.
Proprio come succede con le parole che guariscono: non urlano. Non dominano. Toccano.

In molte culture il cigno è legato alla parola sacra, al suono dell’anima, al potere creativo della voce interiore.
Nella mitologia indiana, ad esempio, è associato al suono “OM”, il suono primordiale della creazione.
Nel mondo celtico, il cigno è messaggero tra i mondi: tra ciò che si vede e ciò che si sente.

Quando il cigno vuole comunicare un messaggio chiaro, a noi esseri umani per esempio, si esprime con la postura e con pochi suoni che fanno emergere una voce grave e profonda, tutto ciò che non ti aspetteresti da un animale così elegante e meraviglioso.

Il suo messaggio appare chiaro e profondo.

Inoltre, esso incarna anche il passaggio dall’imperfezione alla bellezza autentica, come nella favola del brutto anatroccolo.
E cosa c’è di più trasformativo delle parole giuste, dette al momento giusto?.

 

La Giura del Cigno

 

La giura del cigno è una promessa interiore: usare la parola come strumento di verità e guarigione.
Chi pronuncia questa giura si impegna a non parlare mai contro la vita, a non usare il linguaggio per distruggere, manipolare o giudicare, ma solo per elevare, illuminare, proteggere.

È un voto che richiede consapevolezza e disciplina, un richiamo alla responsabilità che ogni essere umano ha quando apre la bocca per comunicare.

Il cigno, con la sua immagine eterea e la sua grazia silenziosa, ci ricorda che anche il silenzio è una parola.
E che a volte è proprio nella pausa, nell’attesa, che una verità può emergere più chiara.

Chi vive secondo questa giura non è immune al conflitto, ma sceglie con cura le parole come si sceglie una medicina.
Perché le parole, come le erbe, possono guarire o avvelenare, a seconda della dose e dell’intento.

 

Il Cigno Nero: L’Ombra che Insegna

 

Ma nel viaggio simbolico, ogni luce porta con sé un’ombra.
E così, accanto alla purezza del cigno bianco, appare il suo opposto complementare: il Cigno Nero.

Reso celebre nel linguaggio contemporaneo da Nassim Nicholas Taleb come metafora dell’imprevisto che cambia la storia, il cigno nero ha radici molto più antiche e profonde.
È l’archetipo dell’evento destabilizzante, della verità scomoda, dell’aspetto dell’anima che si rivela solo quando tutto crolla.

Nel nostro contesto simbolico, il cigno nero è la parola che scuote, la voce dell’inconscio, il messaggio che non volevamo ascoltare ma che era necessario ricevere.

Se il cigno bianco è la parola che guarisce con dolcezza,
il cigno nero è la parola che guarisce attraverso il dolore, attraverso il risveglio improvviso, attraverso il caos.

Non c’è giura del cigno senza attraversamento del cigno nero.
Non c’è verità senza passaggio nell’ombra.
Per imparare davvero a parlare con il cuore, dobbiamo prima affrontare tutte le volte in cui abbiamo parlato per ferire, manipolare, o nasconderci.

Il cigno nero è il simbolo dell’iniziazione attraverso la crisi, un archetipo che costringe a guardarsi dentro con coraggio.

LA Teoria del “Black Swan”

 

Reso popolare dall’economista e filosofo Nassim Nicholas Taleb, il “Cigno Nero” è anche una metafora degli eventi rari e imprevedibili, che hanno un impatto enorme sul corso della vita o della storia.

È l’evento che non potevamo prevedere ma che, a posteriori, ci appare inevitabile.

È il simbolo della rottura delle aspettative, dello squilibrio che apre nuove possibilità.

In senso esistenziale, rappresenta la chiamata al cambiamento, il momento di rottura che apre a una nuova narrazione.

 

Il cigno nero è spesso un agente di caos creativo.
Non porta armonia, ma trasformazione.
Dove il cigno bianco consola, il nero risveglia.
Distrugge le illusioni, rompe le strutture artificiali, mette in discussione ciò che sembrava stabile.

È il simbolo del risveglio violento, dell’evoluzione attraverso lo scontro, e quindi della morte simbolica necessaria alla rinascita.

In molte culture antiche, fino alla scoperta dell’Australia, si credeva che tutti i cigni fossero bianchi.
Il primo cigno nero osservato dagli europei fu uno shock culturale: ciò che era considerato impossibile, esisteva.
Da qui il simbolismo del cigno nero come:

  • rivelazione dell’inaspettato

  • rottura del dogma

  • possibilità oltre il noto

È il simbolo dell’altrove, di ciò che esiste fuori dai limiti della mente ordinaria.

Il Femminino Oscuro e l’Intuito Profondo

 

In alcune letture spirituali, il cigno nero è associato all’energia del femminino oscuro: misterioso, intuitivo, profondo, lunare.
Non è il femminino “luminoso” e materno, ma quello trasformatore, oracolare, ciclico.
Incarna l’aspetto sacro del mistero, della notte, della profondità uterina da cui nasce la creazione.

 

 

Il vero linguaggio dell’anima non è fatto solo di luce o di ombra, ma della loro integrazione.
Il cammino è riconoscere quando parlare con la grazia del cigno bianco e quando accogliere la rivelazione spiazzante del cigno nero.

Ogni parola può diventare preghiera, incantesimo, medicina.
Ma solo se chi la pronuncia ha camminato attraverso le proprie verità e le proprie ferite.

In questo viaggio con la Tribù, impariamo a dare voce all’essenziale e ad ascoltare.
A parlare solo quando ciò che abbiamo da dire è più profondo del silenzio.Il cigno nero ci invita a confrontarci con ciò che non vogliamo vedere: emozioni represse, traumi, paure, desideri inconfessati.

 

Ti senti più Cigno Bianco o Cigno Nero?

 

A questo punto della riflessione, ti lascio con una domanda: Tu, oggi, ti senti più cigno bianco o cigno nero?
Più vicino alla parola che consola o a quella che risveglia? Più luce o più ombra?

Ti invito a partecipare a un piccolo gesto di condivisione e dono, un gioco di energia sottile: sotto l’ultima diretta di venerdì sulla pagina ÂMES D’ARGILE, lascia una parola o una frase con intento positivo per chi vuoi tu.
Non nominare nessuno, non aggiungere spiegazioni: solo un gesto di gentilezza.

Come?
 Usa solo l’emoji del cigno bianco seguita dalla parola o frase che scegli di donare con il cuore.

Sarà un piccolo atto collettivo di cura, un flusso di parole vive che viaggeranno senza bisogno di voce, come cigni in volo.

 

 

Perché in fondo, siamo tutti cigni che imparano a danzare tra luce e ombra, e le nostre parole sono le ali con cui scegliamo di volare.

ciao tribù

 

ÂMES D'ARGILE


 

 

 


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